Sem search engine marketing, ovvero attività di marketing sui motori di ricerca.
Il sem è l’insieme di attività di marketing strategico le cui finalità sono di aumentare i visitatori del sito attraverso la rintracciabilità dello stesso sui motori di ricerca. Si differenzia dalla seo, perché ne è il cappello, ovvero la seo fa parte dell’insieme di attività sem.
Inoltre il sem ha anche come obiettivo quello di misurare le azioni conseguenti le attività attuate attraverso strumenti di web analysis. Seo search engine optimization, ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca.
La seo è l’attività, eseguita da un professionista, su un sito internet al fine di migliorarne la lettura e l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca e, quindi, il posizionamento organico (non a pagamento). Sea search engine advertising, ovvero pubblicità sui motori di ricerca.
La sea è l’attività pubblicitaria eseguita sui motori di ricerca attraverso piattaforme ppc (pay per clic) come ad esempio google adwords.
La sea è anch’essa un sottoinsieme del sem. Smm social media marketing, è l’attività di marketing all’interno dei social network.
Il smm è l’insieme di attività di marketing, come ad esempio la produzione di contenuti di qualità, la cui finalità è di aumentare la notorietà del marchio, ma anche fidelizzare i propri consumatori e incrementare, attraverso lo sharing degli utenti, la portata (pubblico) della propria azienda. Come nel caso del sem, anche il smm ha tra i suoi obiettivi quello di misurare le azioni attraverso strumenti di social media analysis.
All’interno dell’insieme delle attività smm ci sono la smo e la sma. Smo social media optimization, l’ottimizzazione delle pagine pubbliche all’interno dei social network.
La smo è l’attività svolta al fine di migliorare l’immagine e la comunicazione delle aziende (o enti, organizzazioni, etc.) All’interno dei social network e, quindi, di incrementarne la visibilità. La smo è un sottoinsieme del smm. Sma social media advertising, ovvero pubblicità all’interno dei social network.
La sma è l’attività pubblicitaria eseguita all’interno delle piattaforme social come ad esempio facebook, twitter, linkedin, etc. La sma è un sottoinsieme del smm.
SMM (SOCIAL MEDIA MARKETING) E SEO (SEARCH ENGINE OPTIMIZATION), A CONFRONTO.
Attività inbound che producono risultati diversi e prevedono attività differenti.
Target e domanda smm – la definizione dell’audience è basata su chi sono le persone in target: «si tratta di individui che navigano e si muovono in maniera abbastanza estemporanea sui vari canali.
La loro esigenza di acquisto di un prodotto o servizio può essere classificata come domanda latente.
Giocano però un ruolo importante in quanto sono in grado di influenzare le scelte di acquisto dei loro contatti sui canali social».
Seo – in questo caso, il target viene definitivo in base a cosa pensano le persone.
La situazione qui è completamente opposta: abbiamo a disposizione molte informazioni su ciò che pensano (query di ricerca) ma conosciamo poco o nulla su queste persone.
In questo caso, poi, la domanda è espressa: le persone usano un motore di ricerca con specifiche intenzioni, perché hanno una particolare esigenza e vogliono trovare risposte precise ai loro quesiti.
Per tale motivo sono meno inclini a condividere o a interagire.
Formato smm – i contenuti di tipo visuale ottengono migliori risultati: basti pensare che su facebook i post con le immagini generano il 53% di mi piace in più rispetto alla media dei like per post.
In generale, anche sugli altri canali social, foto e video sono i contenuti con il numero più alto di condivisioni. Seo – ad avere la meglio sui motori di ricerca sono i contenuti testuali e, in particolare, quelli lunghi.
Si stima che, per avere un ranking elevato su google, una pagina debba avere un testo di più di 1500 parole.
Contenuto smm – funzionano meglio i contenuti in grado di suscitare emozioni.
Hanno successo i cosiddetti trending topic, gli argomenti di tendenza, che nascono e si diffondono proprio dai canali social.
Seo – i contenuti che performano sono quelli basati su specifiche ricerche e analisi e si pongono, quindi, come risposte alle domande più comuni degli utenti.
Durata smm – la visibilità di un post sui social è immediata. Il contenuto, tuttavia, diventa obsoleto molto rapidamente, e con la stessa velocità viene dimenticato dagli utenti.
Si dice che quelle sui social siano short-live actions: per avere successo su questi canali, quindi, sono richiesti un impegno costante e una proposta sempre nuova di contenuti.
Seo – una pagina con un buon ranking può rimanere nelle prime posizioni dei risultati di ricerca per settimane, addirittura mesi.
Il mondo del seo, però, è per sua natura dinamico e in continuo aggiornamento: per esempio cambiano gli algoritmi dei motori di ricerca, oppure può migliorare l’ottimizzazione delle pagine dei concorrenti.
Limiti smm – il traffico sui social è potenzialmente illimitato, quindi non c’è limite alle persone che possono entrare in contatto con un contenuto e condividerlo.
Seo – il traffico giornaliero, in questo caso, non può superare il numero di persone che cercano una determinata frase in quel dato giorno (volume di ricerca).
Conversioni smm – i visitatori al sito web che provengono dai social sono meno propensi ad acquistare e più inclini a condividere e diffondere i contenuti, rafforzando la brand awareness.
I fan possono influenzare direttamente altri potenziali clienti.
Seo – chi arriva a un sito web attraverso una ricerca su google ha un obiettivo, una necessità o una richiesta specifica, ed è quindi pronto e più disponibile ad acquistare.
Tuttavia, è meno propenso a interagire e condividere. Analisi dei dati smm – le metriche relative all’engagement (mi piace, commenti, condivisioni) sono facilmente misurabili.
Lo stesso, però, non vale per reach e impression.
Misurare accuratamente la visibilità complessiva di un’attività social e il suo roi è complicato e non esistono metriche univoche: le piattaforme social sono tante e diverse e ognuna di esse ha la propria reportistica.
Seo – misurare visibilità e traffico delle ricerche è facile e immediato – mediante i report generati per le singole query.
Tuttavia è difficile avere una misurazione effettiva del coinvolgimento delle persone: i report non indicano le metriche associate al comportamento delle persone che hanno effettuato la ricerca ma forniscono solo informazioni relative alla posizione nei risultati, alle impression e click. Risultati smm – costruire una base di fan e follower richiede tempo, pazienza e strategia.
Tuttavia, sui social media un contenuto – di qualunque tipo sia: articolo, immagine, gif, video, tweet, ecc. – compare immediatamente agli utenti.
Ne consegue che i risultati sono visibili anche in pochi minuti.
Seo – questo canale è tipicamente lento e incerto: «anche pagine molto rilevanti per una particolare query possono richiedere giorni per essere indicizzate e comparire nei risultati dei motori di ricerca – scrive roberto grossi – spesso c’è bisogno di anni per costruirsi una credibilità ed essere in grado di competere con le query più ambite».
Conclusioni il social media marketing gioca un ruolo importante in una strategia seo: ne consegue che i due canali sono strettamente connessi tra loro.
Se un post ha visibilità e un ottimo posizionamento sui motori di ricerca genera condivisioni, commenti e nuovi follower, e questo influisce positivamente sull’engagement.
Nelle attività seo – come per esempio il link building – si stabiliscono delle relazioni e si interagisce con blogger e influencer sui social.
Video professionali per dare vita al tuo progetto web cosa fa chi si occupa di montaggi video? Viviamo in un’epoca in cui un bambino di sei anni con un portatile e una copia di “imovie”, può montare un video. I software di montaggio video non sono mai stati così numerosi e facili da usare e così internet è inondato di contenuti video.
Ma è difficile credere che una persona che sappia usare un software di montaggio video, possa essere definito un editor, almeno se si accetta l’idea che il montaggio sia una forma di creatività. “tutto quanto precede il montaggio è semplicemente un modo di produrre una pellicola da montare” diceva il regista stanley kubrick e ancora “ll montaggio è dunque il vero linguaggio del regista” sosteneva vsevolod i. Pudovkin. Ad ogni modo pochi sanno cosa fa esattamente un editor e quale impatto può avere il suo lavoro su un film. Per chi ha tempo e voglia, riporto più avanti un estratto dalla voce “montaggio” su wikipedia.
Stanley kubrick kubrick sul set di barry lyndon nel 1975 (wikipedia) per chi va di fretta, un video su vimeo spiega in modo molto sintetico ma efficace cosa fa un video editor: the editor from inside the edit on vimeo. Chiunque aspiri a diventare un bravo montatore dovrebbe vedere questo video. L’editing è molto più che prendere dei filmati e metterli insieme in funzione della continuità. L’editing è la correzione finale della storia, la creazione di una struttura, di una forma ad un qualcosa che altrimenti sarebbe senza supporto. Si può creare un ritmo che il pubblico inconsciamente vede e sente. Si può creare tensione e poi rilassamento, si può indurre una risata e subito dopo tristezza.
Manipolando il montaggio si può informare o ingannare. Questo è quello che un editor fa ogni giorno. E’ per questo che un montatore deve essere prima di tutto un buon narratore. E’ sicuramente un lavoro che richiede una grande dose di conoscenze tecniche, informatiche, ma l’impatto artistico sul prodotto finale è talmente importante che non è possibile definire l’editing un lavoro esclusivamente tecnico. Il montaggio il montaggio è la principale fase della cosiddetta post-produzione di un filmato, durante la quale il materiale disponibile è visionato, analizzato e ricomposto in base ad esigenze narrative, strutturali, ritmiche ed espressive.
La “composizione” avviene attraverso tagli e unioni per mezzo di attrezzature meccaniche (come la moviola) o informatiche (workstation o software di montaggio). In particolare nel cinema, per montaggio si intende il cosiddetto “montaggio scena”, in cui si dispongono le singole inquadrature nell’ordine narrativo previsto dalla sceneggiatura;
Il “montaggio scena” è seguito dal montaggio del suono, che si occupa della rielaborazione dell’audio, nelle sue diverse tracce.
Fase preliminare del montaggio è la sincronizzazione, ovvero l’accoppiamento delle immagini ai rispettivi suoni, registrati separatamente in fase di ripresa. Il primo ad utilizzare tecniche di montaggio fu uno dei pionieri del cinema, georges méliès, il quale comprese che tagliando ed incollando tra loro spezzoni di diverse riprese si potevano creare dei rudimentali effetti speciali (definite vedute d’azione).
Fu invece david w. Griffith a rendere evidenti le potenzialità del montaggio ai fini narrativi. Nel film la nascita di una nazione del 1915, egli teorizzò gli elementi alla base del “linguaggio cinematografico”: inquadratura, scena e sequenza.
Nel 1920, il regista russo lev vladimirovič kulešov compì un importante esperimento (poi chiamato effetto kulešov): alternò col montaggio il primo piano dell’attore ivan mousjoukine con riprese di vario tipo (un banchetto, un cadavere, un bambino), e sebbene l’espressione del viso dell’attore non cambiasse, il pubblico percepiva i suoi differenti stati d’animo (fame, paura, tenerezza).
Questo esperimento permise in seguito a sergej m. Ejzenštejn, e agli esponenti dell’espressionismo tedesco e del surrealismo, di dare una dimensione nuova al montaggio:
Attraverso la correlazione o l’opposizione di due immagini in sequenza, si ottenevano significati e simbolismi che travalicavano il contenuto delle singole inquadrature.
In seguito, con l’avvento del sonoro e l’eliminazione delle didascalie, il montaggio divenne più fluido: la transizione fra le inquadrature aveva ora una maggiore continuità, potendo utilizzare dialoghi e suoni in aggiunta a dissolvenze ed “inserti” (piccole inquadrature di raccordo o esplicative, spesso riguardanti un dettaglio).
A partire dagli anni cinquanta, i registi iniziarono ad aumentare il ritmo dei film, eliminando i tempi morti, introducendo l’ellissi, dando maggiore importanza al fuori campo e modificando la continuità temporale del film con più libertà. Si prestava ora maggior attenzione al significato dell’intera scena, ai rapporti di causa ed effetto, all’interpretazione degli attori, tralasciando i particolari non strettamente necessari. Il lavoro del montatore nel montare il film, il montatore si attiene alle note presenti sul “foglio di montaggio”, un particolare modulo sul quale la segretaria di edizione annota, durante la lavorazione sul set, i numeri di riferimento delle riprese, le impostazioni di macchina, le condizioni ambientali e le eventuali indicazioni del regista.
Sapere esattamente cosa utilizzare è fondamentale, poiché di solito si effettuano diversi ciak per ognuna delle riprese, e queste sono effettuate secondo un ordine che asseconda le esigenze della produzione:
Per contenere i costi, si gira il più in fretta possibile, cercando di muovere la troupe il meno possibile; scene ambientate in uno stesso luogo sono quindi girate tutte assieme, senza tener conto che andranno inserite in parti differenti del film.
Inoltre, possono esserci riprese girate da più angolazioni differenti e magari da più macchine contemporaneamente. L’insieme del “girato”, di conseguenza, può essere costituito da decine di chilometri di pellicola: le note del regista sulle riprese “buone”, costituiscono quindi il punto di partenza per organizzare il lavoro.
All’atto pratico, montare il film consiste nel tagliare il materiale a disposizione, isolando singoli elementi, spezzoni più o meno lunghi per poi congiungerli a formare una scena, ossia quella particolare parte del film che si svolge in un determinato luogo e lasso di tempo. Montando tra loro le scene, si ottengono le sequenze, ovvero i capitoli del film.
Mettendo in fila le sequenze si completa il montaggio. Montaggio on-line e off-line – per montaggio on-line si intende un montaggio eseguito utilizzando apparecchiature della stessa classe di quelle utilizzate per la ripresa, cioè pellicola, videoregistratori professionali e centraline di classe alta.
– per montaggio off-line si intende un montaggio eseguito riversando il girato su un supporto di lavoro, spesso economico, o acquisendolo in un sistema di montaggio a bassa risoluzione. Eseguito il montaggio, si ha a disposizione una lista di operazioni (detta edit decision list o edl) che, usando il timecode o il numero di piedaggio sulla pellicola, può pilotare macchine online per eseguire il montaggio vero e proprio sui supporti di origine.
Le scelte artistiche da un punto di vista artistico, si cerca innanzitutto di dare un ritmo al film, e ciò dipende anche dal genere del film stesso:
Ad esempio, un film romantico avrà un montaggio meno frenetico di un film d’azione.
Ovviamente si possono effettuare accelerazioni improvvise in determinate scene, e rallentamenti in altre (in base anche alla sceneggiatura e alle scelte del regista).
Si cerca poi di dare forma alle singole scene, consentendo allo spettatore di cogliere il senso di ciò che sta avvenendo, lo spazio in cui è ambientata l’azione, ed il tempo impiegato per il suo compimento. Facciamo alcuni esempi di come si può procedere:
– la durata di una scena può essere allungata inserendo inquadrature secondarie, mostrando un dettaglio o un punto di vista alternativo (anche se è spesso obbligata dalla sceneggiatura e dalla lunghezza dei dialoghi);
– per mostrare lo spazio in cui si svolge la scena, può essere utile alternare campi e controcampi, in modo che lo spettatore abbia una visione più ampia dell’ambiente;
– il montaggio “alternato” è utilizzato per dare l’impressione che due azioni si stiano svolgendo nello stesso istante in due luoghi differenti: consiste nell’alternare le inquadrature girate separatamente nei due ambienti (non fu inventato da david w. Griffith);
Mentre il montaggio “parallelo”, inventato da griffith per il film intolerance, è usato quando si vuole accostare due eventi, non necessariamente contemporanei, per mostrarne somiglianze o differenze;
– il montaggio può anche essere “in macchina”, realizzato cioè con la cinepresa e non tagliando fisicamente la pellicola, fermando la ripresa per poi riprenderla in un secondo momento; oppure effettuare un piano sequenza, raccontando un’intera scena, cambi d’ambiente compresi, senza mai staccare (senza cioè interrompere la ripresa).
Nel montaggio detto “interno” invece vi è una “negazione” del montaggio classico; un esempio può essere nel caso di una scena fissa dove il montaggio avviene alternando la profondità di campo. Orson welles fu maestro in questo (si veda quarto potere).
– la sceneggiatura può prevedere dei salti temporali indietro nel tempo, detti flash-back, o in avanti, detti flash-forward. Si possono realizzare in vari modi, anche con trucchi come dissolvenze e sfocature, che fanno capire allo spettatore che si sta per visualizzare un ricordo, una premonizione, un qualcosa che è già accaduto o che accadrà;
– si può effettuare anche una “ellissi”, ossia una piccola omissione (pochi secondi) di ciò che sta accadendo: si mostra l’inizio di un’azione (ad esempio, un personaggio che gira la maniglia di una porta), e si stacca repentinamente per mostrare l’azione già compiuta (l’inquadratura successiva mostra il personaggio che chiude la porta essendo già dentro la stanza successiva).
– il montaggio può essere anche definito “analitico”, quando suddivide uno spazio unico in inquadrature diverse.
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